La produzione di conoscenza islamica in Europa: l’islam come brand
Tipologia finanziamento Istituzionale
Ambito disciplinare Sociologia
Ente Finanziatore ATENEO - Attività di Ricerca Istituzionali (EX 60%)
Data avvio: 30 September 2013
Data termine: 30 September 2016
Durata:
Coordinatore: STEFANO ALLIEVI
Abstract:
Con questo programma di ricerca intendo esplorare una nuova direzione nella definizione e nello studio dei musulmani in Europa. Seguendo due percorsi, tra loro intrecciati. Il primo è relativo all’approfondimento dello studio della produzione di conoscenza islamica in Europa. Un percorso che ho iniziato con un collega olandese, Martin van Bruinessen, alcuni anni fa: organizzando un workshop a Firenze (nell’ambito del quarto Mediterranean Program dell’Istituto Univesitario Europeo) nel 2003. In quell’occasione vari ricercatori da tutta Europa hanno discusso il tema da noi proposti, con contributi frutto di ricerche empiriche. Noi abbiamo scelto alcuni contributi, ne abbiamo aggiunto altri, abbiamo ri-lavorato i testi, in accordo con i rispettivi autori, all’interno di un quadro interpretativo omogeneo, il cui risultato è stato un volume (M. van Bruinessen and S. Allievi, Producing Islamic Knowledge. Transmission and dissemination in Western Europe, Routledge, 2011) ben accolto e favorevolmente recensito nel settore. Intendo approfondire questa riflessione, aggiornando l’analisi con nuovi materiali e da un nuovo punto di vista: in particolare elaborando in un nuovo saggio alcune considerazioni sull’attivismo intellettuale islamico in contesto europeo. Il secondo percorso che intendo affrontare è quello di reinterpretare questi ed altri materiali in un quadro interpretativo più ampio, introducendo nel dibattito teorico e nella ricerca empirica il concetto di “Islamic branding”, ed esplorando la sua possibile utilizzazione. L’idea è nuova, e il campo originale e inesplorato. L’idea iniziale di esplorare quest’ambito è nata come frutto di un incontro di specialisti sull’islam in Europa, riunitisi nell’ottobre 2011 a Leiden in un workshop, intitolato “Future priorities in research on Islam in Europe”, che aveva lo scopo di ragionare sui possibili argomenti di ricerca nei prossimi dieci-vent’anni. Dopo due giorni di discussione, ho proposto di riassumere alcune traiettorie di ricerca (sulla produzione culturale, il consumo di merci, la presenza e la discussione nello spazio pubblico, le carriere in ambito religioso), all’interno della comune cornice “Islam as a brand”. L’idea mi è venuta integrando il tradizionale approccio di sociologia delle religioni con alcune recenti elaborazioni nell’ambito del marketing e del branding, in tutt’altri settori. Sono stato invitato a sviluppare queste idee, ancora a uno stadio embrionale, nella opening lecture, che mi è stata affidata, di un recentissimo workshop di specialisti che si è svolto a Elsinore il 20-23 maggio 2013, a conclusione di un progetto dell’Università di Copenhagen, su invito del collega Jorgen Nielsen. In questa occasione ho potuto approfondire l’argomento e discuterlo con colleghi implicati nella ricerca empirica sull’islam in Europa, provenienti da diverse aree d'Europa e da diverse discipline. I risultati della discussione sono stati giudicati convincenti. Ho così deciso, insieme al collega Thijl Sunier dell’Università di Amsterdam, di approfondirlo: attraverso un call for paper sul tema “Islamic branding”, se possibile (se riusciremo a trovare il necessario supporto finanziario) con un workshop di esperti, e quindi producendo un numero monografico sul tema del “Journal of Muslims in Europe”, nel 2014. Dopo questo processo di raccolta ed elaborazione di materiali, e di raffinamento del quadro interpretativo, intenderei, se possibile, arrivare alla produzione di un libro sul tema. Ma qui gli orizzonti si fanno lontani… Il progetto, essendo promettente e incoraggiante, anche agli occhi dei colleghi, ma sperimentale e piuttosto innovativo rispetto ai classici approcci disciplinari sul tema, e appena proposto, non gode di alcun supporto finanziario e del sostegno di alcun fondo di ricerca. Per descriverlo nei suoi fondamentali, aggiungo brevemente alcuni spunti, che fanno parte della letteratura corrente sul tema, e su cui intendo lavorare. Brand è il nome (simbolo, ecc.) che identifica un prodotto rispetto a un altro di altro produttore. Il brand è diventato nel tempo, spesso, il principale asset di un’impresa, il suo maggior valore. Un branding efficace si traduce in maggiori vendite non solo di un prodotto, ma di tutti i prodotti associati a un determinato brand. Il brand è di fatto la personalità che identifica un prodotto. Consumare un certo brand diventa un elemento di uno stile di vita. Con implicazioni non solo commerciali, ma culturali, emozionali, etc. Molti autori cominciano a parlare in termini di branding delle identità. Il “religious branding” è un campo di interesse crescente, specie negli Stati Uniti. Il branding islamico è rilevante nella produzione e condivisione di cultura islamica (ecco perché questo secondo percorso si collega al primo), ma anche in altri ambiti: dagli attori politici che agiscono in nome dell’islam, fino, ovviamente, agli aspetti più propriamente commerciali (cibo halal, fashion islamico, islamic banking, etc.). Il percorso che si intende seguire, come detto, è piuttosto originale. Non vi sono colleghi di università italiane che lavorano, a mia conoscenza, in quest’ambito (né del resto vi erano altri colleghi italiani nei workshop e conferenze citati, da cui il progetto ha avuto origine). Lavorerò quindi in collaborazione, come detto, con colleghi di università straniere interessati al tema. Ciò mi impedisce, costitutivamente, di inserire i nomi di altri colleghi nel progetto di ricerca, che burocraticamente risulta quindi condotto da me solo. E' tuttavia mia intenzione allargare il progetto, in corso d'opera, a colleghi italiani potenzialmente interessati.